 |
UDINE - Gli investigatori sul luogo del delitto |
UDINE - Nuovi elementi emergono nel giallo di Udine. Secondo fonti investigative le due 15enni accusate dell'omicidio di Mirco Sacher, durante la fuga, hanno fatto un prelievo con il bancomat della vittima. E' possibile che la carta, custodita nel portafogli che l'uomo teneva in auto, gli sia stata sottratta con la forza dalle due minorenni. Negli ultimi tempi sarebbero stati numerosi i prelievi effettuati.
Mirco Sacher ''sicuramente non è morto di morte naturale'' quindi ''ci troviamo davanti ad un decesso che sicuramente è avvenuto per cause estranee e quindi dovuto a terzi'', ma ''per sapere di più dobbiamo attendere la relazione completa''. Lo ha detto il procuratore dei Minori a Trieste, Dario Grohmann, commentando l'autopsia.
Intanto accertamenti saranno compiuti nell'ambito delle indagini per verificare dai filmati delle telecamere degli istituti di credito dove sono stati compiuti prelevamenti con il bancomat di Sacher, prima della sua morte, se ad effettuare l'operazione sia stato l'uomo stesso o altre persone. Lo ha anticipato il procuratore capo della Procura dei minori a Trieste, Dario Grohmann, confermando che "dopo la morte di Sacher è stato fatto un prelievo con la sua carta".
L'uomo aveva una certa disponibilità economica, elemento che, insieme con altri aspetti della persona e del suo rapporto con le adolescenti, sposta l'asse delle indagini dal movente sessuale ad altri di natura diversi, tra i quali quello della pista economica. "Fin da subito non ci siamo limitati all'ipotesi dell'aggressione sessuale", ha specificato il procuratore Grohmann ribadendo che, al momento, "non ci sono elementi per sostenere che ci sono altri soggetti coinvolti".
Intanto sono state poste sotto sequestro dagli investigatori le pagine Facebook delle due 15enni. Gli investigatori ritengono che le due adolescenti possano aver affidato al loro diario on-line pensieri e confidenze utili alle indagini.
IL RACCONTO DI UN TESTE: NONO PARLAVANO DI VIOLENZA SESSUALE
"Sono scettico sulla possibilità che le ragazze siano state vittima di una tentata violenza sessuale", nel viaggio "fatto insieme, in treno, domenica notte, da Venezia a Pordenone, non hanno mai parlato apertamente di questa presunta aggressione, che le avrebbe dipinte, anche ai nostri occhi, come vittime e per la quale avrebbero avuto tutta la nostra comprensione". A parlare è Sonny Rizzetto, il 21enne di Pordenone che con un amico di 18 anni, ha convinto le minorenni a costituirsi ai carabinieri di Pordenone.
"Le due studentesse sono state vaghe: ci hanno riferito di un insieme di cose che le hanno portate a consumare l'insano gesto - ricorda Sonny - all'interno di una ricostruzione così incredibile da sembrare soltanto fantasiosa. A cominciare dalla fuga in auto: per accendere l'utilitaria dell'anziano hanno unito i cavi, che presuppone una conoscenza della materia, ma che appare problematica per due quindicenni in preda ai fumi dell'alcool". Alcol che, per Rizzetto, potrebbe aver giocato un ruolo determinante: "Prima di andare in quel luogo appartato - ha fatto sapere il ragazzo, riferendo le frasi delle ragazzine - assieme all'anziano erano andate in un supermercato per comprare dei super-alcolici, che intendevano consumare proprio in una località lontana da occhi indiscreti. Un pomeriggio di sballo: questo era l'obiettivo che stavano perseguendo".