giovedì 2 gennaio 2014

Rientrano le famiglie italiane da Kinshasa (senza i bambini)

KINSHASA - Una dopo l'altra rientrano le 24 famiglie italiane che erano partite alla volta del Congo per poter abbracciare finalmente i loro figli. Sfortunatamente il clima di tensione sviluppatosi a Kinshasa, e in tutto il paese, non ha permesso ai bambini di seguire in Italia i nuovi genitori, costretti a tornare a causa del rifiuto per il rinnovamento del visto; la decisione di non far partire i bambini è stata presa dal presidente Kabila per poter verificare che le procedure siano corrette. 
Il presidente de "I 5 pani" Maurizio Sanmartin, una delle associazioni Onlus che si occupa delle adozioni in Congo, si è unito alla richiesta di silenzio stampa avanzata del Commissario della Cai, Francesco Mennillo: "C'è stata troppa pressione, i toni troppo alti, l'idea stessa che quelle famiglie siano prigioniere in Congo ha contrariato le autorità e complicato tutto" ha detto Sanmartin, sottolineando come la situazione sia stata eccessivamente enfatizzata dagli organi di stampa, quando le famiglie italiane bloccate all'aeroporto di Kinshasa non hanno vissuto per niente le violenze avvenute nei giorni scorsi.

Francesco Mennillo ha anche rilasciato un comunicato dove invita le famiglie italiane coinvolte a "mantenere la calma,a non intraprendere iniziative personali e a interrompere ogni tipo di contatto con la stampa" in attesa anche di un intervento del ministro della famiglia congolese e del governo di Kinshasa, che ha promesso di mettere al primo posto la risoluzione di questo caso. Ma i tentativi di diplomazia non terminano: un emissario della Farnesina, infatti, partirà a breve alla volta del Congo nella speranza di poter facilitare il rientro dei bambini per poterli ricongiungere alle nuove famiglie.

Nessun commento:

Posta un commento