lunedì 14 ottobre 2013

Migranti: la Marina militare pronta alla missione “mare sicuro”

ROMA - Missione "mare sicuro" prossima al decollo e oggi in agenda a Palazzo Chigi con un vertice di ministri interessati. Il giorno dopo l'annuncio del premier Enrico Letta - di un maggiore impegno italiano per arginare il dramma dei profughi sui barconi - la Marina militare fa sapere di essere pronta, con uomini e mezzi, ad affrontare l'emergenza che cresce di giorno in giorno. Il ministro della Difesa Mario Mauro - come ha anticipato in alcune interviste - è al lavoro sui dettagli dell'operazione che, ha detto, sarà operativa in tempi rapidissimi, già domani. Le coperture, ha assicurato, si troveranno.

"Siamo pronti a fare la nostra parte", spiegano dalla Marina militare che ha numerosi mezzi, anche aerei, impegnati nei pattugliamenti nel triangolo tra Malta, coste libiche e Sicilia. "Il capo di Stato maggiore - ha spiegato il comandante Alessandro Busonero - ha già disposto il rafforzamento del dispositivo che va avanti da venerdì scorso. Abbiamo in mare il pattugliatore Libra, la fregata Espero e la corvetta Chimera, ma abbiamo anche l'elicottero con pilota e il reggimento San Marco imbarcati". In attesa del vertice di Palazzo Chigi, Mauro insieme allo Stato maggiore della Difesa sta preparando l'intervento con il quale l'Italia si appresta a chiedere di più all'Europa al summit del 24-25 ottobre. "Stiamo lavorando agli ultimi dettagli. Fra lunedì e martedì - spiega Mauro - dovrebbe essere tutto pronto. Sarà un'iniziativa tutta italiana che si aggiungerà a quelle già messe in campo a livello europeo, come Frontex. Vogliamo far capire chiaramente all'Europa che intendiamo avere voce in capitolo: non vogliamo disimpegnarci, ma impegnarci di più. Così potremo chiedere alla Ue di fare lo stesso". Aggiunge il ministro che l'obiettivo è quello di "triplicare la nostra presenza, in termini di uomini e mezzi, nell'area sud del Mediterraneo, per una missione militare-umanitaria con lo scopo di contenere la crisi attuale dovuta in parte alla situazione di 'non Stato' in cui si trova la Libia". Sui costi, Mauro ha ammesso che non si conoscono ancora con esattezza, e che "si sta ragionando per far sì che non sia un costo eccessivo e si possano prevedere le doverose coperture. Il problema non è quanto costa: è necessario farlo, per affrontare l'emergenza umanitaria in atto". Dal ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi arriva un suggerimento: "se Lampedusa è il confine dell'Europa e la questione riguarda tutta l'Europa, allora l'Italia mette i soldi direttamente ma vanno contabilizzati fuori dal nostro Patto di stabilità".

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