mercoledì 6 novembre 2013

Berlusconi: i miei figli dicono di sentirsi come le famiglie ebree durante il regime nazista. Bufera

ROMA - "I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso". Così Berlusconi risponde a Bruno Vespa per il suo prossimo libro alla domanda se sia vero che i figli gli hanno chiesto di vendere e di andare via. "Sono italiano al 100 per cento. In Italia ho le mie radici. In Italia sono diventato quello che sono. Ho fatto qui l'imprenditore, l'uomo di sport, il leader politico. Questo è il mio paese, il paese che amo, il paese in cui ho tutto: la mia famiglia, i miei amici, le aziende, la mia casa, e dove ho avuto successo come studente, come imprenditore, come uomo di sport e come uomo di Stato. Non prendo neppure in considerazione la possibilità di lasciare l'Italia".
"Il primo sentimento è stato di non volerci credere, che fosse impossibile che capitasse a me tutto questo, e da lì il rifiuto di prendere in considerazione qualsiasi ipotesi, perché tutte sarebbero comunque ingiuste. Sono stato assalito da una profonda indignazione, che da allora non mi ha lasciato mai. Ho molto pensato a quanto soffrirebbero mio padre e mia madre se fossero qui. E mi sono chiesto come avrebbero voluto che mi comportassi. Credo con la stessa dignità che mi hanno sempre insegnato". 
Le parole di Berlusconi provocano immediatamente la reazione della comunità ebraica. A cominciare da l presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane secondo il quale il ''paragone offende milioni di morti''. ''L'Italia repubblicana è un paese democratico - scrive in una nota Renzo Gattegna - La Germania nazista era una spietata dittatura governata da criminali che teorizzavano e commettevano i più gravi delitti contro l'umanità. Contro gli ebrei i nazisti si accanirono con spietata crudeltà tanto che, alla fine di quel tragico periodo, gli ebrei dovettero contare oltre sei milioni di morti. Ogni paragone con le vicende della famiglia Berlusconi è quindi non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa". Per Gattegna "la vita degli ebrei d'Europa sotto il nazismo fu segnata da un vortice nero di violenza, persecuzione, morte. Una catastrofe che non è soltanto del popolo ebraico ma dell'umanità intera". Sulla stessa linea il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: "Rimaniamo sorpresi e increduli di fronte a un paragone fuori luogo, inopportuno che non ha rispetto per quella che è stata la storia. Ci aspettiamo una rettifica".
Un paragone ''semplicemente vergognoso'' per il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza: ''Berlusconi chieda scusa'', twitta. Ha perso ''completamente il senso della misura. - commenta il responsabile giustizia Pd Danilo Leva - Da 20 anni ci racconta la favola della persecuzione e oggi, anziché chiedere scusa agli italiani per la condanna per frode fiscale, si avventura in un paragone agghiacciante con una tragedia quale l'olocausto. Essere eguali di fronte alla legge, rispettare lo stato di diritto sono paragonabili alla persecuzione degli ebrei?".

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