venerdì 23 novembre 2012

L’orso trentino M13 sconfina in Svizzera e combina guai. Lo vogliono abbattere



TRENTO - Solo il letargo o la fuga potranno salvare l'orso trentino M13, che da circa tre mesi vive oltre confine, in Svizzera, dove, però, rischia grosso, come riferisce il quotidiano "L'Adige". Il giovane plantigrado, nato due anni fa nel Brenta, si è stabilito nel canton Grigioni, in val Poschiavo, territorio elvetico che si incunea nelle Alpi lombarde.
Dopo gli avvistamenti, le predazioni di pecore e le razzie di alveari, la settimana scorsa si è registrato un episodio che ha rinfocolato l'allarme sociale: M13 ha visitato un deposito di ortaggi annesso a una cascina di montagna, a quota 1.700, utilizzata dai proprietari nel week-end. Anche il mondo politico ora si agita, il che potrebbe significare grilletto facile. «Non ha aiutato che i media abbiano scritto che l'orso è entrato in casa, mentre in realtà era un locale vicino, chiuso approssimativamente. Fatto sta che si trattava di un luogo spesso abitato (ma non quella notte) e adesso molte persone, qui in valle, sono impaurite e determinate. Alla prossima mossa "falsa", M13 potrebbe rischiare l'abbattimento», spiega da Poschiavo Arturo Plozza, capo guardiano dell'Ufficio caccia e pesca dei Grigioni. «Fortunatamente - prosegue - da quattro giorni l'orso, che monitoriamo via radio e Gps, non si sposta gran che e resta in quota. L'auspicio è che stia cominciando il letargo, così potremo stare tutti tranquilli».
 Questa sera in val Poschiavo arriverà una delegazione anti-orso dal Trentino, per partecipare a un incontro dai contorni immaginabili. La beffa sarebbe che nel frattempo M13, zaino in spalla, valicasse le vette grigionesi e percorresse le poche centinaia di metri che lo separano dall'Italia e dalla salvezza. Un inverno sereno per tutti.

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