martedì 6 novembre 2012

Il carabiniere ucciso a Lodi: impronte sull’arma e sangue non suo sulle mani

Giovanni Sali

LODI - "Nessun segno di lotta". Questo era emerso dall'autopsia effettuata sul cadavere di Giovanni Sali, l'appuntato scelto ucciso due giorni fa a Lodi durante il solito giro d'ordinanza. Ma nuove voci in Procura rivelano che sulle sue mani sarebbero state trovate tracce di sangue non suo. Un elemento che infittisce il giallo sulla dinamica. Le analisi stabiliranno a chi appartiene. Sotto la lente anche le impronte trovate sull'arma.
L'unica cosa certa è che sabato sera, quando è stato aggredito, l'appuntato è stato ucciso con due colpi di pistola, andati a segno al tronco, sparati non proprio a bruciapelo anche se da una distanza non superiore a quella del cordino di sicurezza con il quale era fissata al cinturone l'arma d'ordinanza, trovata ancora legata vicina al corpo. Uno dei proiettili, quello mortale, ha colpito polmone e cuore. 

''Sulla scena del delitto sono stati rinvenuti tre bossoli ed individuati altrettanti possibili punti d'impatto dei proiettili sparati", recita un laconico comunicato della procura. Ma il quadro appare tutt'altro che chiaro. Innanzitutto perché eliminando, le non particolarmente considerate piste dell'aggressione malavitosa e il suicidio, rimangono sul campo due ipotesi principali: quella di un balordo che, vistosi scoperto, non ha esitato ad affrontare un carabiniere grande grosso ed esperto e con la pistola già in pugno, rischiando di passare più anni in galera di quelli che probabilmente avrebbe scontato come ladro o spacciatore, e quella di qualcuno che ha sorpreso il militare, descritto peraltro come molto puntiglioso e prudente, riuscendo a portargli via la pistola dalla fondina prima di usarla contro di lui.

Ma, se il primo scenario appare quantomeno poco razionale, ma possibile, il secondo presuppone che chi ha sorpreso e disarmato Sali conoscesse il particolare meccanismo che regola l'estrazione delle pistole dalle fondine dei carabinieri di quartiere. Un meccanismo realizzato apposta per un militare che gira da solo di pattuglia (come il palmare che portava con sé, e il block notes, sul quale pare avesse scritto o cominciato a scrivere qualcosa, ma non si sa cosa, forse un nome) e che prevede che l'arma non si possa strappare via dalla fondina.

I funerali di Sali si svolgeranno mercoledì 7 novembre alle 11 nel Duomo di Lodi in piazza della Vittoria. Alla cerimonia, officiata dal vescovo Merisi, parteciperanno le autorità civili religiose e militari.

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