venerdì 9 novembre 2012

Arrestati all’alba nove cardiologi del policlinico di Modena. Peculato, corruzione, truffa. Ecco tutti i nomi. Indagini su due morti sospette

Il Policlinico di  Modena
 MODENA- Vasta operazione all’alba dei carabinieri del Nas che hanno arrestato nove cardiologi del policlinico di Modena, responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, peculato, corruzione, falso in atto pubblico, truffa ai danni del sistema sanitario nazionale. Gli indagati sono 67 e a 12 aziende che producono attrezzature sanitarie è stata applicata la misura di divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione.
Tra le persone arrestate, con il beneficio degli arresti domiciliari, anche l'ex-responsabile del reparto: la professoressa Maria Grazia Modena. il dottor Giuseppe Sangiorgi è l'unico in carcere. L'emodinamista fu allontanato dal Policlinico nel 2011: è lui il punto di riferimento dell'organizzazione. Il periodo sotto esame per le operazioni all'interno dell'ospedale risalgono al periodo 2009/11.Alcuni medici arrestati erano contrattisti per Cardiologia e non erano più in servizio. 
Ai domiciliari, oltre alla dottoressa Modena, ci sono:
Vincenzo Luigi Politi, 34 anni, medico in servizio presso il reparto di Cardiologia.
Alessandro Aprile, 37 anni, all'epoca dei fatti in servizio al Policlinico, ma oggi in servizio a Pieve di Coriano (Mantova).
Simona Lambertini, 38 anni, residente a Modena, in quel momento "clinical research coordinator". Assegnista di ricerca.
Giuseppe Biondi Zoccai. 38 anni, domicliato a Roma, all'epoca dei fatti medico presso il reparto di Cardiologia e ora in servizio al policlinico "Umberto I" di Roma, sede distaccata di Latina.
Fabrizio Clementi: 41enne di Roma, medico in servizio presso il reparto cardiologia di Tor Vergata.
Alessandro Mauriello. 54 anni, residente a Roma, professore associato di anatomia patologica, nonchè medico presso il reparto di anatomia patologica al Policlinico Tor Vergata di Roma.
Andrea Amato. 36 anni, domiciliato a Brembate di Sopra (Bergamo), all'epoca dei fatti medico frequentatore di master a Cardiologia di Modena, attualmente in servizio nel reparto di Cardiologia del policlinico "San Marco" di Istituti Ospedalieri Bergamaschi.
 Come si vede, dei medici coinvolti nell’operazione dei Nas»solo uno era ancora attualmente in servizio. "La Cardiologia del Policlinico funziona a pieno regime"riferisce una fonte dell’azienda sanitaria modenese.


Gli altri provvedimenti nel dettaglio: Interdizione ad esercitare uffici direttivi a 6 manager di ditte di dispositivi medici, di cui 3 straniere.
Un provvedimento di interdizione dall'esercizio della professione di commercialista
12 provvedimenti di applicazione della misure cautelare del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione a ditte di dispositivi medici di cui 6 straniere.
3 provvedimenti di applicazione della misura cautelare dell'interdizione dell'esercizio dell'attività a carico delle associazioni onlus.
33 decreti di perquisizione domiciliare/personale (16 medici e 17 tra manager e responsabili amministrativi di aziende destinatarie del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione)
7 decreti di sequestro, ai fini della confisca, di conti correnti relativi a Sangiorgi e alle tre onlus per un valore complessivo di un milione di euro.
Nel quadro generale i Nas si stanno soffermando su due morti sospette: le indagini non sono quindi ancora concluse e potrebbero anche cambiare i capi d'imputazione.

L'inchiesta è partita a febbraio 2011 dopo un esposto dell'associazione "Amici del cuore"  guidata da Giovanni Spinella, che consegnò alla Procura e alla Regione una cartella con numerosi casi di decessi sospetti, legati in particolare all’attività dell’unità di emodinamica. Dopo un’indagine interna, a marzo 2011 la Regione chiese al Policlinico di prendere provvedimenti urgenti, sospendendo alcune attività di sperimentazione. Alcuni mesi dopo, la direzione ha sospeso dall'incarico di direttrice della Cardiologia, la professoressa Maria Grazia Modena, ora arrestata e mandata ai domiciliari.
Nello stesso tempo il Codacons in questi mesi ha raccolto decine di casi di presunta malasanità che sono stati esaminati dal pm Marco Niccolini e dallo stesso procuratore capo Vito Zincani. A marzo del 2011 il responsabile della sede modenese Codacons, Fabio Galli, ricevette un plico contenente materiale 'scottante' relativo a vicende avvenute presso il Policlinico di Modena. In particolare il plico conteneva un elenco di nominativi di cui: 4 casi di decessi; 12 casi di complicanze con esiti fortemente invalidanti; 5 casi di pazienti che avevano eseguito diverse valvuloplastiche e poi tavi; 2 casi di pazienti arruolati contemporaneamente in diversi studi di ricerca; 11 casi di studi su pazienti a cui sono erano stati impiantati stent di dubbia qualità".
Il Codacons inviò così "un primo esposto alla Procura di Modena, chiedendo di aprire una indagine ed eseguire accertamenti in merito ai casi segnalati nel plico. Dopo pochi giorni, l'associazione ricevette un ulteriore pacco, sempre relativo al Policlinico, al cui interno vi erano i nominativi di altri 3 casi di decesso e 3 complicazioni gravi e ben 152 pagine relative a scambi di mail con contenuto di tipo economico".
Un secondo esposto "venne così presentato dal Codacons Modena alla Procura della Repubblica".
I medici arrestati, secondo l'accusa, sottoponevano i pazienti ignari a sperimentazioni non autorizzatefalsificando le cartelle cliniche impiantando stent e strumentazioni senza certificazione ‘Ce’ e malfunzionanti. In cambio, i cardiologi ricevevano dalle aziende private tangenti che venivano versate sui conti correnti di onlus fittizie. Inoltre, i risultati venivano pubblicati su riviste scientifiche per un ritorno di immagine.
L'operazione è stata denominata "Camici sporchi", e ha visto impegnati ben 150 uomini dell'Arma. Sei delle dodici aziende coinvolte sono straniere.


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