giovedì 22 novembre 2012

Accordo sulla produttività, firmato da tutti tranne la Cgil


ROMA Le parti sociali hanno firmato l'accordo sulla produttività ad esclusione della Cgil. Il governo ritiene l'intesa un "passo importante" per innalzare la competitività e rendere il Paese più attraente per gli investimenti, ha detto il premier Mario Monti. Il governo è convinto che l'intesa vada nella direzione del "rilancio dell'economia, la tutela dei diritti dei lavoratori e il benessere sociale". Camusso: "Nessuna adesione a posteriori".
Il documento è stato sottoscritto da Abi, Ania, Confindustria, Lega Cooperative, Rete imprese Italia, Cisl, Uil, Ugl che hanno aderito alle "Linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia". Il governo "auspica vivamente che l'intesa sia sottoscritta anche dalla Cgil". L'intesa, firmata ieri sera dalle le Parti sociali (ABI, ANIA, Confindustria, Lega Cooperative, Rete imprese Italia, CISL, UIL, UGL), fissa le "Linee programmatiche per la crescita della produttivita' e della competitivita' in Italia".
  L'accordo - si legge nella nota di Palazzo Chigi - conclude un percorso iniziato il 5 settembre con l'incontro tra il Governo e gli imprenditori e poi proseguito l'11 settembre con le organizzazioni sindacali. In tali incontri, il Presidente del Consiglio Mario Monti aveva sollecitato l'impegno a migliorare il livello della produttivita' del lavoro in Italia, innalzare la competitivita' e l'attrattivita' degli investimenti. A questo fine aveva incoraggiato il confronto tra le parti sociali, condividendone lo spirito e gli obiettivi. Per questo il Governo ha proposto nella legge di Stabilita' uno stanziamento complessivo di 1,6 miliardi di euro per il periodo 2013/2014 per la detassazione del salario di produttivita' - stanziamento che si e' poi ulteriormente esteso nel tempo e rafforzato a 2,1 miliardi per effetto degli emendamenti approvati alla Camera - ponendo come condizione per erogare questi incentivi finanziari che le parti trovassero un accordo adeguato a tali finalita'.

L'accordo sulla produttività è "completo, condiviso, autosufficiente", ha sottolineato il premier Monti, ribadendo ancora che "farebbe piacere" al all'esecutivo se il sindacato guidato da Susanna Camusso aderisse. "Auspico vivamente la firma della Cgil ma non dal punto di vista della validità dell'accordo che c'è per tutti i firmatari e per l'impegno del governo". "Nessuno pensi che ci sia stato intento di isolare alcuni rispetto ad altri tanto è vero che siamo qui a sollecitare la firma" della Cgil, ha aggiunto Monti.

Camusso: "Nessuna adesione a posteriori"
"Il punto più critico del documento costruito dalle imprese è che si determina una riduzione dei salari reali dei lavoratori", ha commentato il leader della Cgil, Susanna Camusso, chiudendo ogni possibilità di dialogo perché "le soluzioni unitarie si costruiscono, non si aderisce a posteriori, quando il tentativo numerose volte fatto di trovare una soluzione è stato respinto". L'intesa sulla produttività "è coerente con la politica del governo che scarica sui lavoratori i costi e le scelte per uscire dalla crisi. Si è persa un'occasione". 
Cisl, Bonanni: "Soddisfatti dell'accordo"
La Cisl è "soddisfatta" dell'accordo raggiunto sulla produttività. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni in una conferenza stampa nella quale si è detto convinto che questo accordo possa portare più salario e più occupazione.
Uil, Angeletti: "Accordo utile per aumentare i salari"
L'accordo appena firmato dalle parti sociali sulla produttività è "utile per farci uscire dalla trappola nella quale siamo caduti dagli anni novanta di bassi salari e bassa produttività". Lo ha detto il numero uno della Uil, Luigi Angeletti nella conferenza stampa a palazzo Chigi seguita all'incontro con il governo. "Abbiamo apprezzato il riconoscimento, ha detto, ci auguriamo che il governo faccia la semplificazione" per le imprese e renda strutturale la detassazione dei salari di produttività.

Maggiore forza alla contrattazione di secondo livello con una ''chiara delega'' sulla prestazione lavorativa, gli orari e l'organizzazione del lavoro ma anche con la possibilità che questa intercetti una quota degli aumenti derivanti dai rinnovi dei contratti nazionali da collegarsi a incrementi di produttività e redditività: sono alcuni dei punti previsti dall'accordo.
Il documento in 10 pagine e sette punti oltre a una Premessa, contiene anche alcune richieste al Governo a partire dalla detassazione del salario di produttivita' e dalla riduzione del cuneo fiscale. Ecco in sintesi cosa prevede il documento:

PREMESSA. VALORIZZARE ACCORDI PRODUTTIVITA' CON MISURE STRUTTURALI DI INCENTIVAZIONE: Sindacati e imprese chiedono a Governo e Parlamento di rendere stabile la detassazione del salario di produttività per i redditi fino a 40.000 euro lordi con l'imposta al 10% ma anche di applicare uno sgravio contributivo sulla contrattazione di secondo livello.

1) RIDURRE CUNEO FISCALE: Ci vuole una riforma strutturale del sistema fiscale che lo renda ''più equo'' e quindi in grado di ''ridurre la quota del prelievo che oggi grava sul lavoro e sulle imprese in materia del tutto sproporzionata e tale da disincentivare investimenti e occupazione''. Le parti comunque convengono sulla necessità di ''condividere con il Governo i criteri di applicazione degli sgravi fiscali e contributivi definiti in materia di salario di produttivita'''.

2) RELAZIONI INDUSTRIALI E CONTRATTAZIONE COLLETTIVA: Il contratto nazionale dovrà garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori mentre la contrattazione di secondo livello dovrà puntare ad aumentare la produttività ''attraverso un migliore impiego dei fattori''. In pratica il ccnl dovrebbe dare una ''chiara delega'' al secondo livello sulle materie che possono incidere sulla crescita della produttività quali gli istituti che disciplinano la prestazione lavorativa, gli orari e l'organizzazione del lavoro. L'obiettivo di tutelare il potere di acquisto dei salari deve essere coerente con le tendenze dell'economia, del mercato del lavoro, del raffronto competitivo internazionale. Una quota degli aumenti economici derivanti dai rinnovi può essere collegata a ''incrementi di produttività e redditività definiti dalla contrattazione di secondo livello'' in modo da beneficiare delle misure di detassazione. La quota resterà parte dei trattamenti comuni a tutti laddove non ci fosse la contrattazione di secondo livello.

3) RAPPRESENTANZA: entro fine anno dovrà essere definito un accordo per consentire il rapido avvio della procedura per la misurazione della rappresentanza in attuazione a quanto previsto dall'accordo del 28 giugno 2011. Le intese dovranno prevede disposizioni per garantire ''l'effettività e l'esigibilità delle intese sottoscritte''.

4) PARTECIPAZIONE LAVORATORI NELL'IMPRESA: si chiede che il Governo eserciti la delega prevista dalla riforma del mercato del lavoro dopo un approfondito confronto con le parti sociali. Si chiede un regime fiscale di vantaggio per la previdenza complementare e un confronto ''per favorire l'incentivazione dell'azionariato volontario dei dipendenti anche in forme collettive''.

5) FORMAZIONE E OCCUPABILITA': le parti chiedono di rilanciare e valorizzare l'istruzione tecnico professionale ma anche di realizzare un miglior coordinamento tra il sistema della formazione pubblica e privata. Chiedono inoltre al Governo di agevolare l'attività formativa nei casi di cassa integrazione o mobilità.

6) MERCATO DEL LAVORO: si chiede un confronto al Governo sui temi del lavoro ''con particolare riferimento alla verifica sugli effetti dell'applicazione della recente riforma''. Si punta alla ''solidarietà intergenerazionale'' con percorsi che agevolino la transizione dal lavoro alla pensione.

7) CONTRATTAZIONE PER LA PRODUTTIVITA': la contrattazione collettiva dovrà esercitarsi ''con piena autonomia su materie oggi regolate in maniera prevalente o esclusiva dalla legge'' che incidono sulla produttività. In particolare si vuole affidare alla contrattazione il tema dell'equivalenza delle mansioni e l'integrazione delle competenze ma anche ''la redifinizione del sistema di orari e della loro distribuzione anche con modelli flessibili''. Viene inoltre affidata alla contrattazione anche le modalità con cui ''rendere compatibile l'impiego di nuove tecnologie con la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori''. Si chiede infine che siano assunti a livello legislativo ''provvedimenti coerenti con le intese intercorse e con la presente intesa''.

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