sabato 13 ottobre 2012

Insulti e minacce all’ispettrice della Questura di Padova che ha prelevato il bimbo conteso


PADOVA Insulti e minacce di morte sono stati rivolti, attraverso siti web e con chiamate anonime al 113, all'ispettrice dell'ufficio minori della Questura di Padova che ha prelevato con altri colleghi il bambino di 10 anni sottratto alla potestà della madre a Cittadella. La poliziotta, molto provata, ha scelto di restare comunque al lavoro ma ha deciso di tenere i figli a casa da scuola per qualche giorno.
Una decisione, riferiscono le stesse fonti, che la responsabile dell'ufficio minori della Questura, definita un'agente estremamente professionale, dotata di competenza e umanità, ha assunto anche per il clima percepito nella scuola dei figli, dove insegnanti e genitori conoscono il mestiere che svolge. 

Secondo informazioni raccolte da persone che le sono vicine, il video girato dalla Polizia sul blitz di Cittadella e ora in mano alla Procura di Padova illustrerebbe inoltre in modo diverso e completo le circostanze del crudo scambio verbale tra la donna e la zia del bambino prelevato a scuola.

In particolare l'affermazione "...lei non è nessuno", che nelle immagini del video choc girato dai parenti del minore l'ispettrice rivolge alla zia del bimbo, sarebbe solo la conclusione di una frase di senso compiuto più ampia, con cui l'agente rispondeva alla richiesta dei presenti di mostrare l'atto di respingimento della sospensiva al giudizio di annullamento della patria potestà per la madre del piccolo. Documento che le forze dell'ordine non avrebbero in alcun modo potuto esibire se non ai genitori del bambino.

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