venerdì 19 ottobre 2012

Berlusconi in aula: “Ruby mi disse di essere parente di Mubarak”


MILANO - "Posso escludere con assoluta certezza che si siano mai svolte scene di natura sessuale" ad Arcore. Lo ha detto Silvio Berlusconi nelle sue dichiarazioni spontanee stamane al processo Ruby al tribunale di Milano. Il leader del Pdl ha aggiunto di non aver "mai esercitato pressioni sulla Questura" aggiungendo che Ruby gli fu presentata "come figlia di una famosa cantante e imparentata con Mubarak".
"Non ho mai avuto alcun tipo di rapporto intimo con Ruby - ha assicurato Berlusconi - . Tutti avevamo l'assoluta convinzione che Ruby fosse maggiorenne, sia perché diceva che aveva 24 anni, sia per il suo aspetto fisico, sia per il suo modo di fare".
"La giovane si presentò dicendo di non essere minorenne, ma di avere 24 anni e di essere stata buttata fuori di casa dal padre perché lei voleva convertirsi alla religione cattolica", ha raccontato Berlusconi ripercorrendo la vicenda. 
"Disse che era di nazionalità egiziana, appartenente a una famiglia imparentata con Mubarak", ha ribadito il leader del Pdl dicendo di non "voler creare un incidente diplomatico" quando nella notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 contattò la questura di Milano, nei cui uffici si trovava Ruby, "per evitare complicazioni". 
Le feste ad Arcore, ha ribadito Berlusconi, erano soltanto cene: "Non ho mai avuto timore che i miei ospiti raccontassero di accadimenti indecenti nella mia abitazione".
Berlusconi ha spiegato la sua scelta di rendere dichiarazioni spontanee: "Avrei preferito l'interrogatorio - ha chiarito - ma 20 anni di accuse dalla magistratura di Milano non me l'hanno consentito".

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