venerdì 17 agosto 2012

Monti: l’evasione fiscale? Siamo in stato di guerra


ROMA  - "L'evasione fiscale produce un grosso danno nella percezione del paese all'estero". Lo afferma il premier Mario Monti in una intervista a 'Tempi'. " Io penso che l'Italia si trova in uno stato di difficoltà soprattutto a causa di questo fenomeno e che si trova da questo punto di vista in uno 'stato di guerra'".

"La notorietà pubblica del nostro alto tasso di evasione contribuisce molto a indisporre nei confronti dell'Italia quei paesi verso i quali di tanto in tanto potremmo aver bisogno di assistenza finanziaria", spiega Monti citando i paesi del Nord Europa. Questi "dicono: l'Italia è un paese molto ricco, però lo stato ha un fortissimo debito pubblico che magari richiederà domani di aiutarla a rinnovare; eppure ci sono italiani ricchi o medi che sistematicamente non pagano le tassé". Insomma, "l'evasione fiscale produce un grosso danno nella percezione del paese all'estero". La convinzione del premier è che ci voglia un'azione decisa: "Io stesso, fino a poche settimane fa, quando sono stato anche ministro dell'Economia e delle Finanze e quindi responsabile dell'Agenzia dell'entrate e responsabile politico della Guardia di Finanza, ho sempre incoraggiato fortemente le persone che vi lavorano a fare una dura lotta all'evasione. La seria lotta all'evasione può comportare la necessità di momenti di visibilità che possono essere antipatici. Ma che hanno un forte effetto preventivo nei confronti degli altri cittadini".

Il premier Monti ha definito "grave" il caso delle telefonate del Capo dello Stato intercettate dalla procura palermitana. "E' peraltro evidente a tutti che nel fenomeno delle intercettazioni telefoniche si sono verificati e si verificano abusi", per cui "è compito del governo prendere iniziative a riguardo".

Nel settore della giustizia, Monti anticipa, a Tempi, "numerose novita" legislative, volte "a dare risposta non solo all'emergenza carceraria ma anche a quella lentezza dei processi che, come calcolato dalla Banca d'Italia, incide negativamente sulla crescita del Paese per un punto percentuale di Pil".  

"Posso assicurare che il Governo non farà mancare al settore, cui riconosce una essenziale funzione complementare rispetto a quella esercitata dalle scuole pubbliche, il necessario sostegno economico".  
"A ciò si provvederà - spiega il premier - compatibilmente con i limiti tracciati con i recenti interventi di revisione della spesa pubblica, con la legge di stabilità del prossimo autunno". "

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