domenica 19 agosto 2012

Brescia: bloccato dall’AIFA il trapianto di staminali nell’ospedale, bimba di18 mesi rischia di morire


BRESCIA - Malata di atrofia muscolare dalla nascita, con un'aspettativa di vita di 18 mesi. Celeste adesso ha due anni ed è viva grazie alle cure con le cellule staminali. Una terapia capace di evitare che la paralisi progressiva dei muscoli degenerasse fino a toglierle la capacità di respirare. Iniezioni periodiche che sono riuscite addirittura a ridarle l'uso di braccia e gambe. Poi l'inchiesta sull'ospedale di Brescia, dove la piccola era in cura, blocca la terapia e la malattia torna ad avanzare. Il 21 agosto sarà il giudice del lavoro di Venezia, a cui i genitori hanno fatto ricorso, a decidere sulla sorte della bambina.
Quella a cui è stata sottoposta Celeste è una terapia sperimentale, che prevede il trapianto del midollo e iniezioni periodiche di cellule staminali da un donatore, che nel caso di della bambina era la madre. Il miglioramento delle sue condizioni di salute è stato evidente fino a quando, nel settembre del 2011, è stato certificato l'arresto della patologia. Il medico che visita periodicamente la bambina spiega che da maggio, quando le iniezioni sono state vietate, il suo stato di salute ha cominciato a peggiorare: il respiro è tornato affannoso e il pancino si muove a fatica. Per curarsi con le staminali, in base al decreto Turco del 2006, è necessaria l'autorizzazione del tribunale. La terapia è consentita solo se il paziente è in pericolo di vita o se le sue condizioni si aggravano. Nel caso di Celeste l'autorizzazione era arrivata nel gennaio del 2011.
Nel maggio di quest'anno inizia l'indagine del tribunale di Torino che coinvolge l'ospedale di Brescia e la onlus Stamina Foundation. I carabinieri del Nas hanno ispezionato i laboratori dell'ospedale e l'Agenzia del farmaco ha bloccato "con decorrenza immediata prelievi, trasporti manipolazioni, colture, stoccaggi e somministrazioni di cellule umane presso la struttura". E susseguentemente con proprio atto l’AIFA, «sentito il Ministro della salute e in via cautelare, ha vietato all’Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia di effettuare prelievi, trasporti,
manipolazioni, coltura, stoccaggio e somministrazione a pazienti di cellule umane previsti dall’accordo di collaborazione tra l’azienda ospedaliera e la Stamina Foundation».
Insieme a Irccs Bruno Garofalo di Trieste la struttura è l'unica in Italia a fornire questo tipo di terapia. Insieme a Celeste sono altri 13 i pazienti affetti da patologie che stanNo traendo giovamento dalla terapia. Alcuni di loro, senza le iniezioni, sono destinati alla morte. I genitori di Celeste faranno ricorso anche per loro.
Martedì 21 agosto si svolgerà l'udienza davanti al giudice del lavoro di Venezia che dovrà decidere del destino della bambina e degli altri pazienti in cura. Solo lui, infatti può bloccare la decisione dell'Aifa consentendo la ripresa immediata delle cure.

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