giovedì 8 marzo 2012

Monti ottiene un’ampia fiducia alla Camera sul decreto semplificazioni: ma scoppia il “Caso Riccardi” dopo le frasi del ministro contro il Pdl e Alfano


ROMA - La Camera vota la fiducia sul decreto semplificazioni. I sì sono stati 479,i no 75, gli astenuti sette. Presenti alla votazione 561 deputati, i votanti sono stati 554. Il governo Monti ha incassato, sul decreto Semplificazioni, la decima fiducia dall'inizio del suo mandato.
Il decreto semplificazioni, così come é stato approvato oggi dalla Camera, cancella quella che era stata definita "la tassa sulla disgrazia", cioé l'obbligo per le Regioni di sovvenzionare gli interventi della protezione civile dopo le calamità naturale, aumentando le accise sulla benzina. E' quanto si evince leggendo il testo portato oggi in aula sul quale è stato posta e votata la fiducia.
 La stabilizzazione dei 10.000 insegnanti di sostegno previsto dall'emendamento del Pd al decreto semplificazioni sarebbe costato 350 milioni, troppi in un momento di "sacrifici". Lo ha detto Stefano Saglia (Pdl), durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia alla Camera. Saglia, che è stato anche relatore al provvedimento, ha ricordato che sulla scuola c'é stato l'unico "scontro" tra i gruppi parlamentari nell'esame del decreto in commissione. "Non c'é nessuno - ha detto - che non voglia che la scuola abbia risorse adeguate. Però dobbiamo anche essere onesti. Non si possono invocare sacrifici per tutti e poi spendere 350 milioni per la stabilizzazione" di questi insegnanti, che secondo Saglia alla fine sarebebro ammontati a 2.000 unità. In più sarebbero stati "assunti senza un reale criterio di merito". In situazioni del genere - ha insistito - occorre attenersi al circolo virtuoso delle risorse disponibili, senza ricorrere a tasse occulte". Insomma nei riguardi della scuola occorre "avere responsabilità e interesse, ma bisogna anche evitare la demagogia".
Frattanto nel gruppo del Pdl del Senato è scoppiata la rivolta contro il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi che aveva definito “una schifezza” la decisione di Alfano di non partecipare alla riunione con i segretari di Pd e del’Udc perché all’ordine del giorno c’erano Rai e giustizia. "Alfano voleva solo creare il caso. Vogliono solo strumentalizzare ed e' la cosa che mi fa più schifo della politica - ha aggiunto Riccardi - ma quei tempi sono finiti. Loro hanno grossi problemi nel trovare l'accordo sulla legge elettorale". In serata Riccardi, in una nota, si era scusato, L'ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma ha raccolto le firme di 45 senatori per presentare una mozione di sfiducia individuale. Dice il senatore: ''Non e' assolutamente in discussione la fiducia al Governo Monti verso il quale la nostra lealta' e la nostra disponibilita' sono garantite da Berlusconi e Alfano''. Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello frenano e stanno mediando per risolvere la situazione.

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