venerdì 9 marzo 2012

L’italiano Lamolinara e l’altro ostaggio uccisi dai rapitori “con un colpo ravvicinato alla testa” durante l’assalto dei Royal marines inglesi a Sokoto, in Nigeria. I banditi stavano per "venderli" a un altro gruppo terroristico. Due arrestati, due uccisi


LAGOS (Nigeria) - Franco Lamolinara e Chris McManus sono stati uccisi dai rapitori "con un colpo ravvicinato alla testa" una volta cominciato il raid delle forze speciali nella città nigeriana settentrionale di Sokoto, nell'omonims regione. Lo scrive oggi il Daily Telegraph. Il giornale britannico cita una fonte di sicurezza nigeriana: "Sono stati uccisi prima ancora che le Sbs entrassero nel compound".
Il governo nigeriano ha detto ieri sera che i due presunti assassini degli ostaggi erano stati catturati. I rapitori  appartenenti a un gruppo affiliato alla setta islamista di Boko Haram, autrice di molti attentati nella regione, stavano pensando di "vendere" i due ostaggi a un gruppo ancora più radicale che avrebbe potuto ucciderli. E' quanto scrive oggi l'Indepedent. Questo particolare sarebbe emerso da una intercettazione telefonica. I negoziatori nigeriani e britannici avevano avviato colloqui a intermittenza con i rapitori, che appartengono a una fazione che si fa chiamare "al Qaida in the Land Beyond the Sahel", per ottenere la liberazione dei due ostaggi. Tuttavia, scrive l'Independent, "una terza parte" ha cominciato a intromettersi nelle trattative, sollevando il timore che il gruppo non avesse più il controllo sugli ostaggi. "Al-Qaida in the Land Beyond the Sahel" sarebbe affiliato al gruppo di Boko Haram, che negli ultimi mesi ha condotto una serie di attacchi costati la vita a decine di persone.
Franco Lamolinara abitava a Gattinara
Nel blitz di ieri a Sokoto sono stati coinvolti una quarantina di uomini delle forze speciali britanniche che si trovavano da due settimane in Nigeria, che  hanno ucciso almeno due dei terroristi, membri di un gruppo jihadista associato al-Qaeda - durante il raid. Secondo una ricostruzione del Daily Telegraph, le Sbs, Special Boat Service composte quasi esclusivamente di Royal Marines, sono state scelte perché erano l'unità in stand by per operazioni di antiterrorismo. Il posto si alterna con le Sas ogni sei mesi. 
Le Sbs erano arrivate in Nigeria viaggiando in borghese su aerei civili, le armi e attrezzature spedite in grandi valige diplomatiche. Il loro comandante aveva installato il posto di comando della task force presso l'ambasciata britannica a Lagos. Le Sbs avevano accesso a intercettazioni di cellulari ottenute dalle forze di intelligence nigeriane che avevano localizzato gli ostaggi a Sokoto, e di altri dati dal GCHQ, il servizio di ascolto dei servizi segreti britannici. Avevano accesso anche a video della casa dove venivano tenuti McManus e Lamolinara ottenute da un aereo che aveva sorvolato la città. Le immagini venivano ritrasmesse al comando Sbs a Lagos e a Londra, sul monitor della sala del Cobra, il comitato di emergenza britannico
Dopo giorni di ascolto ieri si era aperta una "finestra di opportunita": le intercettazioni lasciavano capire che i terroristi stavano per spostarsi e poi avrebbero ucciso gli ostaggi. Il direttore delle Sbs informò il capo delle Forze Speciali a Londra, un generale dell'Esercito e un amico personale di David Cameron, che giudicò che bisognava attaccare. Questo giudizio fu avallato da Cameron che alle 8 di Londra autorizzò il blitz
Secondo i media britannici non è chiaro perché le Sbs hanno attaccato di giorno la casa dove Chris McManus e Franco Lamolinara venivano tenuti ostaggio. In casi 'normali' un blitz del genere si sarebbe svolto di notte preferibilmente prima dell'alba, scrive oggi il Daily Telegraph ma "per ragioni che restano non chiare le Sbs sono state costrette a fare un attacco in pieno giorno". In un segno di fretta, hanno detto fonti al giornale, i soldati hanno posto in atto un piano di "risposta di emergenza" invece del più coordinato piano di "risposta deliberata". Le squadre speciali britanniche si sono avvicinate in camion vicino alla casa. Il raid, autorizzato dal primo ministro David Cameron alle otto ora di Londra, è cominciato alle undici, ora di Lagos (a Londra era mezzogiorno).
David Cameron ha detto: "I terroristi che detenevano i due ostaggi avevano rese note minacce molto chiare di togliere loro la vita, anche in un video che è stato pubblicato su Internet. Abbiamo ricevuto informazioni attendibili sulla loro posizione. Una finestra di opportunità è nata per assicurare la loro liberazione. Avevamo anche avuto ragione di credere che le loro vite erano in pericolo imminente e crescente. "

                                      ITALIA-INGHILTERRA, GELO DIPLOMATICO  
Mario Monti ha chiesto al presidente della Nigeria di fornire una "dettagliata ricostruzione" di eventi che portano alla morte degli ostaggi. Sorpresa'' all'inizio, montata con il passare dei minuti in vera e propria ''irritazione''. L'Italia e' stata avvertita solo ''a cose fatte'' del blitz deciso dal premier britannico David Cameron. La prassi consolidata in casi del genere prevede infatti che la pianificazione, la decisione e l'esecuzione di un eventuale blitz veda il concorso di tutti i Paesi interessati. Prassi che in questa vicenda, evidentemente, non e' stata seguita. 
L'Italia era stata allertata sulla possibilita' di un blitz in Nigeria per liberare i due ostaggi e non si era opposta: e' quanto sostengono fonti diplomatiche britanniche citate dall'Independent. Secondo quanto dichiarato al giornale inglese , gli "italiani erano stati allertati e avevano convenuto che vi sarebbe potuta essere la necessita' di un intervento con brevissimo preavviso". Le stesse fonti hanno quindi sostenuto che le proteste del governo italiano sarebbero "in malafede".
Il presidente del Copasir, Massimo D'Alema, a nome del nostro Paese esprime perplessita' per l'operato britannico. "Occorrera' chiarire con rigore le circostanze che hanno portato le autorita' britanniche a decidere l'operazione militare senza preventivamente informare le autorita' italiane, ancorche' fosse coinvolto un nostro connazionale - dice D'Alema -. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, nell'ambito delle proprie competenze, si adoperera' affinche' sia fatta piena luce sulla vicenda". 
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti ha convocato stamattina alle ore 9 il CISR (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica). 
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                                 LA STRATEGIA DEL TERRORE DI BOKO HARAM

Secondo un recente rapporto dell'organizzazione umanitaria Human Rights Watch (Hrw) sono piu' di mille le persone cadute dal 2009 a oggi sotto i colpi di Boko Haram. Di queste, almeno 300 dall'inizio del 2012. Ecco una cronologia degli attacchi piu' importanti operati dal gruppo terroristico islamico Boko Haram.

2009 
30 luglio: Mohammed Yusuf, il fondatore di Boko Haram, muore in una caserma di polizia dove era stato tradotto dopo l'arresto. Da allora l'azione violenta di Boko Haram aumenta notevolmente, con attacchi quasi quotidiani e sempre piu' eclatanti.  
6 agosto: viene assassinato, sempre in una stazione della polizia, il suocero di Yusuf, Alhaji Baba Fugu. 

2010 
7 settembre: assalto a un carcere nello stato di Bauchi (Nigeria settentrionale), liberati 700 prigionieri, di cui un centinaio di terroristi. Muoiono in sette tra militari e guardie carcerarie.
Natale 2010: una serie di attacchi a chiese di Jos (Nigeria centrale) e Maiduguri, capoluogo dello stato nord-orientale di Borno, causano 86 morti. 
29 dicembre: vengono assassinate, in diverse zone di Maiduguri, otto persone di primo piano della vita sociale e politica della citta', tra cui un candidato alla carica di governatore di Borno alle elezioni dell'aprile 2011. 
31 dicembre: una bomba esplode in un bar alla periferia di Abuja frequentato da militari (una decina di morti).

2011 
Tra il 27 e il 29 maggio diversi commando assaltano con bombe e mitragliatrici alcuni bar di Borno e Bauchi frequentati da militari: il bilancio finale e' di una ventina di morti e una cinquantina di feriti. 
Nella prima settimana di giugno la chiesa cattolica di Saint Patrick a Maiduguri viene attaccata due volte, mentre diversi assalti ai check point della polizia fanno 14 morti. 
6 giugno: assassinato Ibrahim Birkuti, imam moderato molto critico nei confronti del fondamentalismo di Boko Haram. 
16 giugno: attentato al quartier generale della polizia di Abuja: almeno una decina di morti. 
26 agosto: attentato alla sede Onu di Abuja, 25 morti, tra cui un'impiegata norvegese di 30 anni. 
10 ottobre: una bomba esplode al passaggio di una pattuglia di militari (un morto) a Maiduguri, nel quartiere di Dala. Gli abitanti del posto sono ritenuti dalle forze dell’ordine complici o poco collaborativi e reagisce con un raid: vengono incendiate abitazioni, negozi, auto. Muoiono otto persone  
Prima settimana di novembre: e' di 150 morti il bilancio di attacchi a chiese, moschee e caserme nel Borno e a Damaturu, capoluogo del vicino stato di Yobe. 
25 dicembre: un attentato alla chiesa cattolica di Santa Teresa a Madalla, 45 chilometri da Abuja, causa 37 morti.

2012
20 gennaio: una serie di attacchi a Kano, nel nord del Paese, provocano 185 morti, 256 secondo alcune associazioni umanitarie. 
22 gennaio: due chiese vengono assaltate a Bauchi, 11 morti.  
8 marzo: in un blitz delle forze speciali britanniche e nigeriane muoiono Franco Lamolinara e l'inglese Chris McManus, sequestrati dai terrosti di Boko Haram nel maggio del 2011.


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