La Enrica Lexie sorvegliata dalla marina indiana |
KOCHI - Ieri si sarebbe verificato un tentativo di pressione
sui quattro marò rimasti dopo l’incidente a bordo della Enrica Lexie, tuttora ancorata a
10 miglia da Kochi. Gli inquirenti indiani, per interrogarli, avrebbero voluto
che scendessero a terra. La nave è stata di nuovo perquisita, per acquisire i
dati della scatola nera. Invito respinto, mentre l’armatore viene
sollecitato a chiudere la partita delle fideiussioni richieste dai giudici per
garantire i risarcimenti: obiettivo, alzare le ancore e tornare subito in
Italia.
La
situazione dei nostri marò prigionieri a Trivandrum, India del Sud, è
delicatissima e ci vuole cautela e sensibilità per non esarcebare di più
l’opinione pubblica indiana e conseguentemente, la classe politica locale,
impegnata nelle elezioni, imminenti, e dunque molto sensibile agli umori
dell’elettorato
I marò sono di fatto reclusi nelle stanze di un ex ospedale,
all’interno del carcere destinato tempo fa a ospitare i vip della politica nei
guai per vari motivi. «Le facilitazioni concesse ai soldati possono essere revocate
in qualsiasi momento, noi siamo rimasti qui a vigilare che non succeda.
L’accelerazione imposta dalle autorità locali martedì notte, con il tentativo
fallito di trasformare i marò in detenuti comuni, è un fatto grave. Detto
questo non possiamo dimenticare il lutto, che appartiene anche a noi, per i
pescatori indiani uccisi e anche noi vogliamo sapere la verità, qualunque essa
sia» ha detto
Il sottosegretario de Mistura.
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