venerdì 20 gennaio 2012

Siciliano il cooperante rapito ieri in Pakistan


L'alluvione nel Kyber Pakhtunkwa

ISLAMABAD - Si chiama Giovanni Lo Porto il cooperante italiano impegnato in Pakistan con la ong tedesca Welt Hunger Hilfe (Aiuto alla fame nel mondo), che è stato rapito insieme ad un collega tedesco a Giovanni Lo Porto, un cooperante italiano impegnato in Pakistan con la ong tedesca Welt Hunger Hilfe (Aiuto alla fame nel mondo), è stato rapito insieme ad un collega tedesco a Qasim Bela, nel distretto di Multan della provincia pachistana di Khyber Pakhtunkhwa. La notizia del sequestro, diffusa da una tv di Islamabad, è stata confermata dalla Farnesina. L'identità del rapito italiano è stata rivelata da fonti della cooperazione internazionale ed anche da un tweet del bergamasco Stefano Piziali, responsabile del Cesvi, ong per la quale Lo Porto aveva lavorato in passato. In una nota, il ministero degli Esteri ha indicato che "sono stati attivati tutti i canali utili per seguire da vicino la vicenda in contatto anche con la famiglia" del giovane, e che comunque "come avvenuto anche in altri casi, si adotterà anche in questo la linea del riserbo". Comunque, secondo le prime frammentarie, e talvolta contraddittorie, notizie Lo Porto, un siciliano di 36 anni, è stato sequestrato insieme ad un tedesco di 45 anni di nome Bernd con cui lavorava nella ricostruzione del Punjab meridionale colpite dalle inondazioni dello scorso anno. Testimoni oculari, si è appreso, hanno riferito che quattro uomini mascherati hanno fatto irruzione negli uffici della ong e hanno portato via con un'automobile i due cooperanti, appena rientrati da una ispezione nelle zone alluvionate di Kot Addu, portandoli verso una destinazione sconosciuta. I rapitori hanno puntato contro di loro una pistola e li hanno costretti ad indossare un vestito tradizionale pachistano (Shalwar Kameez).

La polizia pachistana ha subito avviato la caccia ai possibili rapitori, ponendo posti di blocco intorno a Multan per controllare tutti i veicoli in entrata ed in uscita dalla città. Per il momento non vi sono ipotesi sui possibili rapitori, ma si deve ricordare che in Punjab operano numerosi gruppi armati antigovernativi, come ad esempio il Lashkar-e-Jhangvi, movimento estremista sunnita autore di numerosi attentati.

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