domenica 8 gennaio 2012

Si stringe il cerchio attorno ai killer dell'uomo cinese e della sua bimba a Roma. Sarebbero immigrati magrebini, incastrati da tracce biologiche, Dna e riprese di una telecamera di sorveglianza

L'ambasciatore cinese in visita alla madre della piccola, ferita dai banditi
ROMA - Si stringe il cerchio attorno ai killer che alcuni giorni fa hanno ucciso un cinese di 31 anni e sua figlia di nove mesi a Torpignattara. Gli inquirenti e gli investigatori avrebbero imboccato una pista specifica che porterebbe ai due autori del duplice omicidio, due immigrati magrebini, mettendo insieme tutta una serie di tracce: tra queste il Dna di un uomo isolato da uno dei reperti (la borsa o il casco abbandonato), le riprese di una telecamera che ha immortalato la fuga, le testimonianze raccolte.
Svelato il giallo dei soldi abbandonati: all'interno della borsa c'erano 16mila euro, ma i banditi li hanno abbandonati. Gli investigatori hanno scoperto che i soldi erano sporchi di sangue. Non solo: si pensa che se ne siano liberati per paura di ritorsioni della mafia cinese.  
La borsa è stata ritrovata in un casolare tra via Gentile da Leonessa e via Ettore Fieramosca mentre lo scooter (rintracciato forse grazie a una segnalazione) era stato abbandonato vicino a via Prenestina. Fondamentali anche le testimonianze raccolte a proposito della frequentazione del casolare in cui è stata ritrovata la borsa con il denaro.
Continuano intanto anche i controlli sull'attività di Money transfer gestita dalla vittimaGli investigatori non hanno dubbi che questa attività sia il nodo principale su cui punta la criminalità organizzata cinese. Si indaga sul passato della vittima, sulle macchine di grossa cilindrata che possedeva.

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