sabato 21 gennaio 2012

Concordia ferma, riprese le ricerche. Si aprono tre varchi, si prepara il pontone per svuotare il carburante. Comitato di ex naufraghi chiede 500mila euro a testa a Costa "per danni materiali e psicologici"



ISOLA DEL GIGLIO - I palombari della Marina Militare sono entrati in acqua stamani poco dopo le 7 vicino al relitto di Costa Concordia per aprire tre varchi sul ponte 5 dove probabilmente si trovavano alcuni passeggeri dopo che la nave si è piegata. Dopo il briefing mattutino delle unità operative, è ripreso il lavoro attorno al relitto e in banchina.
Intanto sul pontone della Smit Salvage fervono i lavori di preparazione per dare l'avvio alle operazioni di svuotamento del bunker del relitto. Le operazioni, che verranno realizzate grazie ad una piattaforma dei rimorchiatori livornesi, potrebbe iniziare nel tardo pomeriggio. Ieri sera infatti sono state collocate le panne anti inquinamento dalle navi di Castalia che 'difenderanno' il mare da eventuali sversamenti di idrocarburi.

I naufraghi in atttesa di imbarcarsi sulle scialuppe

Costituito a Messina un comitato di ex naufraghi della Concordia che, con l'appoggio di Consumatori Associati, chiederà alla compagnia Costa almeno 500mila euro per ogni naufrago "perche' ognuno di loro ha subito dei danni materiali, ma soprattutto un danno psicologico grave e irreversibile".
Lo rende noto l'avvocato Francesco Fiorillo, esperto di diritto della navigazione, che seguira' per l'associazione di consumatori le persone che hanno vissuto la terribile esperienza sulla Concordia. Portavoce del comitato sara' Giuseppe Lanzafame, ex marittimo che si trovava sulla nave e che per primo ha evidenziato i palesi errori del comandante Schettino. Lanzafame punta il dito contro l'impreparazione e la poca professionalita' di molti membri dell'equipaggio che non avrebbero gestito in modo opportuno le operazioni di soccorso.
  "Consumatori Associati - ha spiegato Fiorillo - ha già presentato una denuncia alla procura di Grosseto per chiedere di accertare se il personale che era a bordo della nave Concordia fosse stato adeguatamente istruito per una emergenza cosi' grave. Ci risulta che la maggior parte delle persone impiegate sulle navi provenga dai paesi del Terzo Mondo (Bangladesh, Filippine, Cina etc.) e venga pagato solo poche centinaia di dollari al mese per turni che possono essere superiori anche a dodici ore di lavoro continuativo per dieci giorni consecutivi. Si tratta di personale che non parla l'italiano e che, secondo le testimonianze dei passeggeri, si e' dimostrato impreparato a gestire l'emergenza".
Spiega Lanzafame: "Oltre a non parlare ne' l'italiano ne' l'inglese - gran parte del personale non era in grado di manovrare le scialuppe e sono sicuro che se non si fosse perso tanto tempo oggi molti sarebbero ancora vivi. Il comandante inoltre, non ha eseguito una manovra per salvare i passeggeri come ha affermato eseguendola dopo l'impatto, ma ha invece gettato le ancore subito dopo aver investito gli scogli secondo me aggravando la situazione".
Conclude Fiorillo: "Molti degli ex naufraghi non riescono a dormire la notte, sono spaventati anche solo se vedono il mare e i bambini non vogliono fare neanche la doccia. E' stata un'esperienza che ha segnato profondamente le loro esistenze".

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