venerdì 20 gennaio 2012

Arrestato in Nuova Zelanda il fondatore del sito di file-sharing Megaupload (spento dall'Fbi)

Kim Schmitz oggi in tribunale ad Aukland
AUKLAND - Kim Schmitz, 37enne fondatore del sito di file-sharing Megaupload.com  chiuso ieri dall'Fbi, e' stato arrestato assieme ad altre tre persone in Nuova Zelanda, dopo una serie di perquisizioni avvenute nella citta' di Auckland.

La polizia lo ha fermato all'interno della sua abitazione, mentre cercava di nascondersi dietro un elaborato sistema di difesa elettronica e ha annunciato il sequestro di alcune macchine di lusso per un valore di oltre milioni di dollari, fra cui una Cadillac rosa del 1959 e una Rolls Royce Phantom, trovate a casa dell'uomo, conosciuto in rete anche con il nickname di ''Kim Dotcom''. 

La supervilla di Schmitz in Nuova Zelanda
Sono stati inoltre congelati dei conti bancari con poco meno di dieci milioni di dollari.

Ai quattro e' stata negata la liberta' su cauzione e dovranno comparire davanti al tribunale lunedi'.

Washington intende chiedere l'estradizione dei responsabili di quella che l'Fbi considera la piu' grande violazione del copyright di tutti i tempi, che accusati di pirateria online, racket e riciclaggio di denaro sporco rischiano una condanna fino a 20 anni di carcere. Secondo le accuse della polizia americana, i pirati di Megaupload avrebbero incassato oltre 175 milioni di dollari di proventi illegali, causando danni per oltre 500 milioni ai proprietari dei diritti dei film e dei programmi tv che venivano diffusi sul sito. 
Il sito di condivisione dei file più grande del mondo, uno dei più popolari di tutta la rete e da cui migliaia di utenti scaricavano fino ad oggi film e software piratati, è stato spento dall'Fbi. 

Oltre alle quattro persone arrestate in Nuova Zelanda, la polizia e' in cerca di altri tre uomini, anche loro europei.

Per protestare contro la chiusura dei portali incriminati, il gruppo internazionale di hacker Anonymous ha scagliato un'offensiva su larga scala contro alcuni siti dell'amministrazione federale americana e di altre associazioni statunitensi. Sono in particolare stati presi di mira, bloccandoli, i portali del Dipartimento di giustizia, della Motion Picture Association of America e della Recording Industry Association of America, le associazioni dell'industria cinematografica e discografica.

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